Feeds:
Articoli
Commenti

Il sicario ideale

Se volete uccidere qualcuno, fatelo fare a Berlusconi. Vedrete che il giorno dopo l’omicidio non sarà più reato.

Se volete violentare una donna, fatelo fare a Berlusconi. Vedrete che il giorno dopo lo stupro non sarà più reato.

Se volete ammazzare vostra madre, fatelo fare a Berlusconi. Vedrete che il giorno dopo il matricidio non sarà più reato.

Se volete abusare di un bambino, fatelo fare a Berlusconi. Vedrete che il giorno dopo la pedofilia non sarà più reato.

Non discuto la legittimità del voto, metto in dubbio l’intelligenza di chi lo ha espresso. È indiscutibile, infatti, che aver rimesso Berlusconi (e la Lega!) a Palazzo Chigi sia un evidente ed inequivocabile sintomo di infermità mentale. Pertanto sarebbe opportuno (ed estremamente patriottico) appellarsi al Tribunale Internazionale dell’Aja affinché dichiari il popolo italiano incapace di intendere e di volere, lo interdica dall’uso della democrazia e lo affidi ad un tutore, un paese civile come la Svezia o la Finlandia (va bene anche la Spagna), che governi ed amministri l’Italia secondo le proprie leggi e le proprie regole.

Un nuovo partito si presenterà alle prossime elezioni di aprile.
Si chiama Svezia salvaci tu.
Ha un unico punto nel suo programma: implorare la Svezia perché ci annetta e ci governi secondo le sue leggi e regole. Così potremo finalmente provare il brivido di vivere in un Paese civile. Un’emozione che per noi Italiani potrebbe anche essere fatale: non ci siamo abituati.

Ve lo immaginate vivere in un Paese dove non si parla di aborto un giorno sì e l’altro pure?
Ve lo immaginate vivere in Paese dove, se Berlusconi si presentasse alle elezioni, gli riderebbero in faccia anche le renne della Lapponia?
Ve lo immaginate vivere in un Paese dove potete formare la famiglia che vi pare con chi vi pare e lo Stato vi dà pure una mano economicamente¹?

Sembra fantascienza.

Ma può diventare realtà se alle prossime elezioni voteremo tutti Svezia salvaci tu.

Se hai a cuore il benessere della nostra penisola, non permettere che siano gli Italiani a governare l’Italia.

VOTA E FAI VOTARE
SVEZIA SALVACI TU

¹ Leggo su Wikipedia che la Svezia ha le unioni civili tra persone dello stesso sesso fin dal 1994 e che le coppie omosessuali possono anche adottare bambini. Qui invece leggo che, stando ad uno studio Eurispes, nel 2003 la Svezia ha destinato il 3,5% del Pil alle politiche familiari, l’Italia invece solo lo 0,9%. In Italia sulla famiglia si spendono tante parole, ma pochi soldi.

I tre Arcidemoni

Da alcuni notti viene a farmi visita Fallimento, uno dei miei tre Arcidemoni. Gli altri sono Paura e Solitudine. Li chiamo Arcidemoni quando si manifestano nella loro forma più tremenda di sensazioni assolute, prive di ogni limite, che non lasciano scampo o appiglio. Si può solo star fermi ad aspettare che passino, che se ne vadano da soli una volta sazi di aver infierito abbastanza sulla mia povera anima.

Con Paura ci conosciamo da sempre, praticamente è nata con me, è quasi una sorella gemella.
Quando mi assale nella sua forma arcidemoniaca, mi sento come un bambino spaventato che cerca la mamma: rannicchiato in posizione fetale, sono vulnerabile e fragile, abbandonato nelle mani dell’orco, senza nessuno che si occupi di me o mi protegga.

Anche con Solitudine ci frequentiamo da molto tempo, mi accompagna fin dai primi anni dell’infanzia.
Quando mi assale nella sua forma arcidemoniaca, mi sembra di annegare nel vuoto, come un astronauta che va alla deriva nello spazio, ma uno spazio senza stelle, senza pianeti, senza niente, solo compatta ed opprimente tenebra. Naufrago nel nulla assoluto.

Fallimento è l’ultimo arrivato. È comprensibile: Fallimento non trova terreno fertile nell’infanzia e nell’adolescenza, prospera invece nell’età adulta, con le sue responsabilità, i suoi obblighi, le sue aspettative.
Quando mi assale nella sua forma arcidemoniaca, mi sento semplicemente inutile, superfluo come la polvere su un mobile. La mia esistenza mi sembra senza senso, senza significato, priva di sbocchi, di prospettive.

Se negli inferi del mio spirito dimorano questi Arcidemoni, da qualche parte si troveranno pure degli Arcangeli?

Sono un vampiro?

Mi sveglio più stanco di quando sono andato a dormire. Mi basta entrare nel letto perché subito il sonno svanisca. La mattina mi alzo con una sonnolenza che mi porto dietro per ore. La sera e la notte sono i momenti in cui mi sento più attivo e pieno di energie.

Sarò mica un vampiro?

In effetti la luce mi dà un fastidio tremendo. A casa tengo sempre gli avvolgibili parecchio abbassati. Se esco di giorno sono d’obbligo occhiali da sole scurissimi, spesso anche se è nuvoloso.

Sono davvero un vampiro?

Forse no. La vista del sangue mi fa una certa impressione.

C’è un peso che mi grava da anni sul cuore, una vergogna tenuta sempre nascosta per il timore di essere preso in giro o di perdere l’altrui stima e rispetto.

Oggi ho finalmente trovato il coraggio di confessarlo al mondo intero.

Il mio libro preferito è Harry Potter!

Non lo sta dicendo un tredicenne che in vita sua ha letto solo Topolino e Moccia.

Io ho quasi gli anni di Cristo e ho letto parecchi di quelli che son considerati a ragione i Grandi Autori e i Maestri della letteratura mondiale: Omero e Virgilio, Catullo e Saffo, Dante e Boccaccio, Shakespeare e Swift, Manzoni e Flaubert, Svevo e Kafka, Calvino e Borges. E altri ancora. La lettura dei loro capolavori non mi ha annoiato, anzi è stata un nettare sublime per la mia mente e il mio spirito.

Ma il mio libro preferito è Harry Potter.

Non chiedetemi perché, non saprei cosa rispondervi.

Se sul mio computer un programma non mi serve più, con due click lo disinstallo e libero spazio sull’hard disk. Se il sistema operativo all’improvviso s’impalla o dà di matto, formatto e ne reinstallo una copia pulita.

Semplice.

Magari funzionassero così anche la mia mente e la mia anima.

Sono piene di vecchi programmi: comportamenti, atteggiamenti, modi di ragionare, modi di fare, strategie di sopravvivenza che ho creato in certi momenti della mia vita, perché mi servivano allora per andare avanti, per affrontare certe situazioni. Tutte queste vecchie programmazioni negli anni si sono accumulate le une sulle altre, sono diventate abitudini, si sono fossilizzate, hanno messo radici avviluppandosi alla mente e all’anima. Sradicarle è difficile, rischio di strappare insieme a loro anche pezzi della mia anima. Spesso mi rendo conto di continuare a funzionare secondo queste vecchi schemi, anche se ormai non mi servono più a nulla. Anzi sono diventati quasi nocivi e dannosi, perché a volte mi impediscono di godere a pieno dei cambiamenti, delle novità che entrano nella mia vita.

Ho la sensazione che la vita cambi tutto intorno a me, ma non dentro di me.

Perché Dio non ci ha dotato di un pulsante di reset? Sarebbe utile un metodo semplice e veloce che ci permettesse di formattare l’anima e la mente, reinstallare il sistema base, e affrontare le situazioni della vita in modo nuovo, senza il fardello e l’ostacolo dei vecchi e inutili schemi, delle vecchie e inutili abitudini.

Camminando per le strade della città, osservo le altre persone: nessuno guarda mai il cielo. Io lo faccio sempre. Certo, potreste obiettare che se uno si mette a naso all’insù mentre cammina va a sbattere contro gli altri passanti. È vero. Però anche alla fermata dell’autobus, dove la gente sta in piedi immobile e non c’è il pericolo di urtare contro qualcuno, nessuno si mette a guardare il cielo. Perché?

La vita com’è

Ti svegli alle sette del mattino bestemmiando perché muori ancora dal sonno. Ti alzi imprecando perché con questo freddo vorresti rimanere minimo altre tre ore nel calduccio del tuo lettino. Tutta la tua colazione è un caffè ristretto, l’unica cosa che a quell’ora il tuo stomaco riesce ad ingurgitare: lui infatti sta ancora dormendo. Ti lavi e ti vesti in fretta e furia. Passi un’ora e più nel traffico procedendo ad una velocità tale che se andassi a piedi arriveresti prima a destinazione. In auto ascolti alla radio un tizio che legge i quotidiani che raccontano tutte le disgrazie successe nel mondo ieri. Arrivato finalmente a lavoro, passi dalle otto alle dieci ore nel vano tentativo di dare un ordine al caos. A sera ti infili di nuovo in macchina e ti sorbisci un’altra ora e più di traffico. Alla radio un tizio ti racconta tutte le disgrazie successe oggi nel mondo. Giunto a casa, sei talmente stanco e devastato dallo stress che l’unica cosa che il tuo cervello riesce a fare è guardare il Grande Fratello alla tv. A cena ti abbuffi come un maiale perché durante il giorno non sei riuscito a mangiare praticamente niente. Ovviamente ti si piazza tutto sullo stomaco e per digerire ci vogliono minimo cinque ore. Alle due di notte finalmente riesci ad addormentarti. Alle sette suona la sveglia e si ricomincia.
Euro guadagnati in una giornata di questo tipo: qualche decina, che se ne andranno tutti in farmaci contro l’ulcera da stress o in sedute dallo psicanalista.

La vita come dovrebbe essere

Ti alzi la mattina alle undici fresco e riposato come una rosa. Fai una colazione luculliana: panini, uova, salsicce, dolci d’ogni genere, succhi di frutti esotici, cioccolate e cappuccini. Poi vai al parco con la tua persona speciale. Distesi su prati fioriti, passate ore a guardare le nuvole e a farvi le coccole. Al tramonto torni a casa passeggiando per viali alberati, popolati d’uccelli canterini. A casa leggi un libro, scrivi poesie, dipingi e mediti sul senso della vita. Dopo una cena frugale ma sostanziosa, ti incontri di nuovo con la tua persona speciale sulla cima di una collina. Passate ore a contemplare la maestosità delle stelle e a fare l’amore. A mezzanotte torni a casa. Leggi ancora un po’, mediti ascoltando i sussurri della tua anima e poi ti metti a dormire, placido e sereno come un bimbo.
Euro guadagnati in una giornata di questo tipo: zero. Ma non dovrai spendere mai un soldo in farmaci contro disturbi psicosomatici o in terapie psicanalitiche.

Un bimbo mi ha detto: «Sei il mio migliorissimo amico!».

Mi sento l’uomo più ricco del mondo, anche se non ho un euro in banca.

Anzi, non ho nemmeno un conto in banca.